A Roma uno studente liceale su tre beve superalcolici una o più volte a settimana mentre quasi il 6% fa uso di marijuana e hashish. Sono i dati emersi durante il progetto «Tutoriamo la salute» che ha coinvolto 16 istituti superiori della capitale e 1700 studenti dai 14 ai 18 anni.

Il progetto «Tutoriamo la salute» ha coinvolto 16 istituti superiori della capitale e 1700 studenti dai 14 ai 18 anni

GLI EDUCATORI ALLA PARI – Lo studio è stato condotto dal Centro Italiano di Solidarietà Don Mario Picchi (Ceis) con la collaborazione dell’Agenzia comunale per le tossicodipendenze. Il progetto «Tutoriamo la salute» si è basato sulla campagna di informazione per la prevenzione delle tossicodipendenze con la formazione dei cosiddetti ‘Peer educators’. Si tratta di educatori alla pari, ovvero ragazzi delle scuole superiori che a loro volta hanno trasmesso il messaggio agli altri studenti. In tutto sono stati formati 168 ‘Peer educators’ che anno appunto coinvolto i 1.700 ragazzi e al termine del progetto gli studenti hanno compilato un questionario.

IL QUESTIONARIO – Dal test è emerso che il 34 per cento dei ragazzi, ovvero uno su tre, fa uso di alcolici e superalcolici. Di questi il 24,9 per cento dice di assumere bevanda ad alta gradazione alcolica almeno una volta a settimana, in particolare il sabato sera. Il 9,3 per cento dei ragazzi intervistati, 1.700 in tutto, ha dichiarato di bere superalcolici due, tre volte a settimana. Il 5,8 per cento degli studenti intervistati ha invece dichiarato di fare uso di sostanze stupefacenti come hashish o marijuana. Infine il 94,7 per cento dei ragazzi ha rinforzato, al termine del progetto, la propria decisione di non fare uso di sostanze stupefacenti, il restante 5,3 resta scarsamente ricettivo.

DISAGIO SOCIALE – «Questi giovani educatori- spiega Ornella Prete, responsabile del progetto- sono stati scelti tra coloro che avevano un disagio sociale e mostravano scarso apprendimento a scuola. Tra loro c’era qualcuno che aveva avuto problemi con la droga, pochi rispetto alla maggioranza. Gli altri, pur vivendo le stesse problematiche adolescenziali, non hanno scelto la droga o l’alcol per superare il loro disagio. Questa scelta è diventato il messaggio che i peer educator hanno veicolato ai loro coetanei».

IL PROGETTO «PEER EDUCATORS» – «Il desiderio di provare sensazioni forti – ha detto Roberto Mineo – presidente del Ceis Don Mario Picchi – è la motivazione che spinge i ragazzi a fumare o a fare uso di alcol. I dati del progetto ci fanno capire che non si può abbassare la guardia. Con il progetto dei ‘Peer educators’ l’informazione è stata data a livello orizzontale. Sono gli stessi giovani che parlano ai giovani per prevenire non solo l’uso di sostanze stupefacenti ma anche atti di bullismo e malattie sessualmente trasmissibili». Il progetto è stato finanziato dal Comune di Roma che ha speso per quest’anno 63mila euro. I ‘Peer educators’ sono stati scelti con la partecipazione degli stessi insegnanti dei sedici istituti della capitale che hanno preso parte al progetto. «I dati sono allarmanti – ha detto l’assessore all’educazione e ai giovani del Comune di Roma, Gianluigi De Palo – ma dobbiamo cercare di lavorare tutti insieme per un patto educativo che deve coinvolgere le famiglie, le scuole le associazioni e le istituzioni. Oggi i dati ci dicono che i giovani sono desiderosi di qualcosa di grande e spesso si rivolgono dove non dovrebbero. È per questo che occorre alzare il livello educativo poichè i giovani hanno bisogno di modelli con valori educativi alti».

fonte: CORRIERE DELLA SERA.IT