I veri baci, si sa, non sono quelli sulle labbra, morbidi e stuzzicanti, ma i “perugina” con dentro la famosa velina e un messaggino.
 A me è capitato il biglietto “Esprimi tre desideri, il quarto è in regalo”. Per chi non comprende l’italiano: “Make three wishes. The fourth is free”.
 Ne ho tre fortissimi: saper conoscere, poter decidere, essere responsabile.

Vorrei il quarto in regalo, questo: che ci fosse una sensibilità educante, da parte di tutti coloro che espongono dati catastrofici sulla droga e dipendenza,  pensano di far progetti più o meno certi e poi decidono qualcosa, di solito …peggiorando.

 Devo sempre registrare che l’aspetto educativo, cioè l’azione testimone col cambio del respiro legale, il principio di verità e realtà, restano sempre fuori dalla porta.
 Chi spara questi dati, a dir il vero, a cosa mira?
A farsi bello o a decidere di cambiare le linee di marcia? A riempire un compito istituzionale o ad autentico interesse per la libertà, soprattutto dei ragazzi? A denunciare una catastrofe o a costruire argini veri perché gli tsunami sociali regrediscano?
Se queste cifre fanno impazzire e sono alla base di frequenti guerre fratricide, volte a trovare denaro contante e abbondante per commerciare armi (business ancora più grande delle polveri droganti), quali sono i princìpi e valori di riferimento perché si possa mettere fine alle mattanze umane?
Le regole repressive internazionali non servono a niente, ormai lo si è visto da decenni.
Sono del tutto inutili e ipocrite, se non si crea una rete di valore sulla quale porre, come una bilancia, il peso della propria credibilità pubblica, espressa in uno stato, in tutti gli stati. Credibilità personale e sociale diventata famiglia, comunità, stato e stato internazionale, cioè Onu.
Le cifre che si ripetono, ogni anno peggiori, con l’aumento della narco-mafie, sono il vero dato dell’ipocrisia.
Che senso ha sparare, accanto alle tonnellate sequestrate, il valore commerciale in cifra economica? Tutti sappiamo che qualsiasi droga sequestrata ha valore zero.
Eppure lo si fa per dare lustro, aumentare i gradi alle forze dell’ordine, stupire sui media. Ma ciò agli occhi dei ragazzi costituisce stupore contraddittorio, invito alla curiosità strabica che porta fuori strada, invito alla prova, dato che vale così tanto in moneta sonante.
Anche la conta dei morti non serve a niente.
Se invece si contassero progetti e vicende di riabilitazione, vita ritrova e libertà, allora la posizione educativa adulta delle istituzioni farebbero centro.
Come al solito, una foresta che cresce non fa lo strepito d’un albero che cade.
Ma raccontare il miracolo silenzioso della crescita di un albero, magari in ambiente difficile, è certo affascinante più che raccontare le rovine della caduta.
Eppure le esperienze di cura educativa e riabilitazione, alberi crescono bene in ogni parte del mondo, ci sono. E nessuno le sta a guardare e a raccontare.
Non si accresce il bene raccontando il male, ma narrando il bene e facendo bene.    

Gigetto De Bortoli

In margine, quattro dati crudi.
Dal 2001 al 2010 in Europa l’uso della cocaina è quadruplicato.
Nel 2009 in Italia sono stati sequestrati 210 quintali di sostanze, comprese le artificiali.
Nel 2010 sempre in Italia sono scattate 39.053 denunce per reati collegati alle droghe.
Nel 2010 in Italia i decessi direttamente collegati alle droghe ammontano a 374.
Valore commerciale? Sotto zero. I danni superano abbondantemente gli eventuali incassi che possono esserci. In più c’è il fatto che di droga si muore ancora, e nessuno ci fa più caso.