Il 13 marzo in 4 comuni capo distretto si sono tenute serate informative sul tema della cocaina, dalle 15 presenze all’incontro di S. Ilario alle circa 50 di Reggio Emilia.  La metà dei partecipanti  erano persone addette ai lavori o che hanno a che fare con i servizi e la politica. Questi due dati mi fanno pensare che l’uso di cocaina e i suoi effetti non siano esattamente  ai primi posti delle preoccupazioni  dei cittadini della bella Provincia di Reggio Emilia.

 

 

Questa volta non possiamo nemmeno prendercela con la stampa, la notizia di questa iniziativa è rimasta circa 4 giorni sui giornali, dalla conferenza stampa a qualche trafiletto sui dati presentati. Quindi è proprio vero la cocaina non preoccupa. Come mai?

Una recente ricerca fatta sul territorio reggiano nel 2009 (ricerca Multicentrica condotta dal Dott. Pavarin dell’osservatorio epidemiologico dell’Ausl di Bologna) attraverso una serie d’interviste random in realtà ci consegna una situazione di compatibilità molto interessante.

Le 476 persone incontrate nelle scuole superiori, nei luoghi del divertimento, nei centri di aggregazione, nel luogo di lavoro, a casa loro e per strada, circa il 30% degl’intervistati  dichiara di aver usato cocaina almeno una volta nella vita e, di questi, più della metà ne ha fatto un uso recente.

Questo , volendo fare un po’ di ironia, starebbe anche a dirci che una parte non irrilevante della popolazione reggiana non poteva partecipare alle iniziative perché impegnata direttamente con l’assunzione della “bamba” in contemporanea con i nostri incontri.

Continuando nel presentare i dati.

Oltre al gruppo degl’intervistati random è stato inserito nello studio di ricerca  anche uno gruppo di controllo di consumatori problematici.

Per quanto riguarda il tempo medio che intercorre tra il primo uso di sostanze e l’eventuale richiesta di aiuto è di circa 11 anni per i consumatori problematici, mentre tra i consumatori non problematici, prima di incontrare gli effetti deleteri delle sniffate o delle fumate, si è  registrato che il tempo medio per chiedere qualche forma di aiuto si attesta sui 6 anni.

Il primo contatto con la cocaina sia per i consumatori problematici che per i consumatori più o meno occasionali si situa sui 20-21 anni.

Se consideriamo l’uso di cocaina nella vita non esiste una grossa differenza: tra gli intervistati, gli uomini che ne hanno fatto uso sono circa il 19% e le donne sono il 15%

Sono interessanti i motivi addotti all’uso della cocaina: in prevalenza le donne la usano per curiosità, ricerca della prestazione, per divertirsi e per vivere situazioni di socialità.

Per gli uomini le motivazioni sono così dichiarate: curiosità, ricerca della prestazione, ricerca di sensazioni, ricerca del piacere.

Se poi guardiamo il fenomeno dal punto di vista dell’età senza distinguere il genere sopra i 30 anni si usa cocaina per lavorare e per fare sesso mentre al di sotto dei 26 anni la si usa perché è accessibile, per curiosità ed emulazione.

Osservando  i risultati sulla percezione del danno dell’utilizzo della cocaina esistono sfumature differenti tra chi ha intrapreso percorsi di cura e  chi invece ancora è in una fase di sperimentazione.

I primi dichiarano i seguenti danni: fisici (tra cui anche quelli di tipo sessuale), alla sfera sociale, psichici e allo status ( tra cui anche eccessivi debiti); mentre i secondi dichiarano danni fisici generici, danni neurologici e problemi generici.

In sintesi: i reggiani conoscono la cocaina, non hanno idee molto chiare sui danni che questa sostanza produce ( fatto salvo chi si rivolge a programmi o a percorsi di cura), la cocaina spesso può essere considerata anche una sostanza di accesso alle droghe e soprattutto è scollegata dallo stereotipo che molti di noi conoscono droga=sofferenza, anzi oggi sembra prevalere droga=piacere.

Per quanto sia anche divertente scoprire che proprio l’aiutino per aumentare le prestazioni sessuali, si trasformi ben presto nel suo contrario, facendo immaginare le figuracce di certi presunti latin lover di fronte alla giovane amante di turno

Sulle mafie e su quanti interessi illeciti vanno ad alimentare non solo la cocaina ma anche altre droghe, già ne abbiamo parlato in altre occasioni. Aggiungiamo solo che ci piace molto il concetto di legalità proprio perché taglia i viveri alle mafie aumentando la serena convivenza sociale  e non certo per ideologici richiami alla legge e all’ordine.

di Ivan Mario Cipressi