Può sembrare semplicistico parlare di violenza contro le donne nelle ricorrenze ufficiali come quella appena trascorsa, un dovere per chi occupa un ruolo istituzionale, un moto dell’anima per chi di queste donne conosce le storie, incrocia gli sguardi.

Ho visto la paura disegnata nel viso da labbra serrate e occhi lacrimanti …

Ho visto corpi chiusi, irrigiditi dal continuo sforzo , durato anni, di difendersi, parare i colpi; corpi che sembravano marmi, come se non avessero più il diritto di abbandonarsi al calore di un abbraccio..

Ho visto ginocchia fiacche e gambe indebolite, trascinanti il peso di un desiderio d’amore vestito brutalmente di calci e pugni, parole umilianti e denigranti …

Ho visto sguardi persi nel vuoto di un’antica solitudine  fatta di sogni traditi, parole inascoltate, abbracci negati ….

Ho visto corpi e anime ferite da un passato che fatica a passare e che chiude alla possibilità di una nuova speranza …

Ho visto donne violentate … psicologicamente plagiate, poco consapevoli, impaurite, sole. Donne sfruttate nella loro debolezza, ricattate.. e il silenzio diventa rumore e frustrazione per l’anima e paura di non essere credute e comprese, dove una “ragione unica” predomina su tutto il resto …

E  ho visto persone andare incontro a questi corpi, a queste anime, tendere la mano per disegnare insieme nuove strade, riaccendere la luce e ridare calore a quel focolare spento e rese gelido dalla violenza …

E ho visto quest’incontro farsi vivo nell’ascolto, nell’attenzione, nell’amore, nella comprensione, nel riconoscimento della dignità, nell’assenza del giudizio ….

E ho visto questi corpi riprendere vita e bellezza: la primavera dell’anima riflessa nello sguardo ferito ma determinato di chi ha trovato la forza di dire “ora basta”… e ritorna il sorriso, il desiderio di un abbraccio, il rifiorire delle emozioni più belle …. la gioia della speranza ritrovata ….

E vedo donne riscoprirsi capaci di darsi la possibilità di ricominciare, di tracciare un nuovo sentiero, di riempire di senso e bellezza la propria storia …

E vedo donne prendersi cura delle altre donne, tessere amicizie e solidarietà, farsi reciproco dono della fiducia, del rispetto e della propria identità di genere, in quel donare e ricevere continuo che restituisce il senso ad ogni fatica …

E vedo bambini, tanti bambini, anelanti tenerezza … figli di queste donne, figli che affrontano insieme alle loro mamme, mano nella mano, la fatica di questo cammino … e diventano luce e calore, speranza condivisa ….

Vorrei vedere reti sociali più strette e solide, politiche più attente e sistemiche a sostengo dei centri antiviolenza abitati da queste donne e da questi bambini … luoghi di rinascita e di nuove possibilità …

Vorrei vedere donne amate e rispettate, riconosciute e apprezzate nella propria identità di genere … donne libere dalla logica del potere e dalla cultura della sopraffazione …

Vorrei vedere donne e uomini capaci di promuovere con tutta la vita la dignità della vita, capaci di sognare ancora, figlie e figli dello stesso cielo: porteranno sempre speranza a molti cuori e correranno il dolce rischio di vedere il loro sogno realizzato.

Don Mimmo Battaglia – Presidente FICT