“Nel nostro giro siamo sempre stati affascinati dalla chimica. Entrare in una farmacia era come altri entrare in pasticceria: le pillole, i colori, i rimedi per tutti i mali lì sul bancone. Un viaggio da orgasmo”.
Non va per il sottile Mario Luzzatto Fegiz, gloria radiofonica e altro dagli anni Sessanta in qua, volato sul CorSera in soccorso alla rockstar nazionale Vasco Rossi, che confessa su face book di essere preda della depressione da 10 anni.

Il nostro Vasco incrocia il malessere con Amy Winehouse, trovata morta di overdose chimica, mentre i suoi CD volano alti in numero e affari. Morte in totale solitudine e privatissima, ma pubblicissimo marketing di morte svelata e usata.  
I due sono incomparabili negli anni e nella funzionale artistica e sociale, una scarpa e uno zoccolo. Il rumore di sottofondo però resta lo stesso, e danneggia l’arte, la musica e il ritmo.

Vasco confessa: “Assumo da tempo un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro, studiato da una équipe di medici, che mi mantiene in questo equilibrio accettabile. Se sono vivo lo devo a loro e a tutta questa valanga chimica che assumo. Non avrei superato tutte le consapevolezze, le sofferenze e la profonda depressione nella quale ero sprofondato nel 2001”.
Come dire che il malessere lo aveva portato al pensiero di togliersi di mezzo. “Sono vivo grazie alla valanga chimica!”.

Caro Vasco, mi aspettavo “valanga azzurra”. Neanche a pensarci un “viaggio da orgasmo”.    
Caro Vasco, apprezzo la tua confessione e la sincerità con la quale annunci e maneggi il tuo malessere. Eppure qualcosa mi puzza e mi prude tra le mani. Ho accompagnato in 30 anni troppi morti, circondati di fiori, canti e lacrime, travolti dalla valanga chimica.
Caro Vasco, vorrei farti una domanda per cambiarti le carte in tavola, i numeri, le ricette e le formule chimiche. Forse anche le note e provocarti nuove note.
La valanga salva o uccide?
Vorrei in risposta il tuo umorismo o la tua ironia, non la tua tristezza o la malinconia.
Perché così, come la poni giù, può essere presa soltanto come presa per i fondelli. Un colpo d’artista che sconvolge le cose, per buttarle in ridere. Ricordi quel famoso distico seicentesco che pretendeva di “bagnar coi soli e asciugar coi fiumi”? Per farci forse una danza rock, col paradosso estremo?
Vasco, quello che intendi dire e fare, che senso ha?
Questa è la domanda.
Mi attendo una risposta come tuo fan, insieme a tanti altri fan.
Tutto fatto, al di là dei musicali e potenti bassi rock, al di là degli acuti testi che metti in sotto il rigo, al di là di tutto, sei persona equilibrata, appassionata e perfino generosa.
C’è chi dice che riservi sorprese, quando il boma ti batte in testa o si mette di traverso. Quindi la tua vita cambia e prende un’altra direzione.
A 60 anni il boma picchia duro e i tuoi fan ti vogliono vivo vivo, non mezzo morto e sepolto in una valanga chimica. Questa annega o guarisce – forse forse forse – i neuroni, non gli scopi e i fini della tua opera e della tua vita.
Vogliamo sapere quali sono i tuoi nuovi scopi e i fini ultimi.
Nessuno di noi vuol cercarti con le aste di profondità da conficcare nella valanga di neve (entro e fuori metafora!).
Tocca a te, che hai fatto la prima mossa. Ricerca tu il significato e il senso. E comunicacelo.
Gigetto De Bortoli