riceviamo e pubblichiamo, info a titolo personale

La Conferenza nazionale della Famiglia chiude nel peggiore dei modi. “Siamo alle solite,” afferma Lucio Babolin, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), “anche la Conferenza della Famiglia è stata in larga parte una vetrina per gli spot del Governo. Soldi non ce ne sono, come ha riconosciuto lo stesso Giovanardi, e per quanto riguarda il piano di sostegno alle famiglie italiane – quelle vere, in carne e ossa, non quelle del mulino bianco – siamo a poco più di un’intenzione.

Alla Conferenza nazionale di Milano le ombre superano di gran lunga le luci

Da qui la trovata geniale ribadita dal sottosegretario ieri in conclusione dei lavori: finanziare le politiche per le famiglie non prevedendo sgravi in loro favore, bensì aggravando il carico fiscale di chi non ha figli. Complimenti davvero al Governo. Noi pensavamo che misure a vantaggio dei cittadini e della collettività dovessero essere finanziate attraverso una tassazione progressiva che pesasse maggiormente su chi guadagna di più. Giovanardi propone, invece, di mettere le famiglie una contro l’altra: il matrimonio e la procreazione combinate insieme in una nuova forma di discriminazione sociale. È inaccettabile.”
“Ma le ragioni di critica sono parecchie”, spiega Babolin. “Sorprende che i dati sulla situazione in cui si trovano a vivere, e spesso a resistere, le famiglie italiane siano stati completamente dimenticati negli interventi degli esponenti del Governo, che hanno preferito ripiegare su una visione ideologica completamente staccata dalla realtà. E questo è un problema non solo culturale, perché le politiche ne risentono negativamente. E poi abbiamo dovuto sorbirci l’ennesimo elogio di una sussidiarietà stravolta: che brave le famiglie italiane che salvano il paese dalla crisi e sostengono il welfare, continuate così (da sole); che bravi i volontari che fanno del bene gratis, continuate così (da soli); che brave le associazioni e le cooperative sociali che producono servizi sociali a costi più bassi del pubblico, continuate così (non importa la precarietà e la qualità del lavoro). Insomma, anche a Milano il Governo ha rilanciato l’invito ad arrangiarsi.”
“Noi, e la gran parte delle organizzazioni impegnate in favore delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi,” continua il presidente del CNCA, “avremmo voluto sentire cose ben diverse. Prima di tutto, un impegno a fissare i livelli essenziali delle prestazioni, cioè i servizi che vanno assicurati a tutti i cittadini obbligatoriamente, in ogni parte del paese. Ed è in base ai livelli essenziali che vanno – poi e non prima – definiti gli stanziamenti di bilancio. Per il 2011 il Governo prevede di destinare 52,5 milioni di euro alle politiche per la famiglia – nel 2008 erano 346,5 – e 75,3 milioni al Fondo nazionale politiche sociali – nel 2008 erano 929,3. Ma come li sosteniamo i nuclei familiari? Inoltre, è necessario varare piani nazionali di intervento organici e integrati tra loro. Si sta forse per approvare il Piano nazionale Infanzia e Adolescenza, ma non è stato nominato il nuovo Osservatorio nazionale – il precedente è scaduto il 6 agosto – che dovrebbe accompagnare la realizzazione del piano e valutare gli interventi realizzati.”
“Infine,” conclude Babolin, “una notazione che ci riguarda da vicino. Insieme ad altre autorevoli organizzazioni abbiamo presentato un documento – “10 punti per rilanciare l’affidamento familiare in Italia” – che ci pare sia stato molto apprezzato nel gruppo di lavoro dedicato all’affido. Per questo rimane incomprensibile come, nella restituzione in plenaria, non si siano citati non tanto il nostro documento, bensì i problemi e le proposte che abbiamo illustrato, riconosciuti come rilevanti da tutti gli addetti ai lavori presenti. Diciamo che, in questo come in altri gruppi, nelle restituzioni non sono stati valorizzati al meglio tutti gli interventi.”

Info:
Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
Email: ufficio.stampa@cnca.it – www.cnca.it