«Caro P. Sorce,
sono un detenuto del carcere di Malaspina, sto scontando una pena residua di 14 mesi per furto. La mia condizione di tossicodipendente mi ha portato diverse volte in carcere, sempre per aver commesso piccoli reati connessi al mio stato. Come saprà, il carcere è veramente un postaccio, dove invece di trovare una possibile soluzione ai tuoi problemi, specialmente se di droga, li accentua, tanto che non appena sei fuori cercare nuovamente la droga ti sembra la cosa più ovvia da fare. Tante volte ho desiderato uscire da questo tunnel ma la mia scarsa forza di volontà e la solitudine, comune a noi drogati, non mi hanno mai permesso di compiere il passo che adesso spero di fare. Penso che approfittare dello sconto di una pena possa essere l’occasione buona per entrare in comunità per riuscire a fare qualcosa per me stesso e per la mia vita futura».
Comincia con queste parole una delle novantadue lettere dal carcere contenute nel volume “Droga, carcere, futuro. Quando i gabbiani volano dietro le sbarre”, a cura di don Vincenzo Sorce e pubblicato nel 1999 per le Edizioni Solidarietà. Documento prezioso, che mette in luce le tante ferite lasciate aperte dalle tossicodipendenze e ci invita ancora una volta a riflettere sul ruolo che Casa Rosetta ricopre nelle comunità e territori dove è presente.
Tra le diverse progettualità che Casa Rosetta porta avanti dalla sua costituzione, una delle più recenti risposte ai temi della rieducazione e riabilitazione della persona è senz’altro rappresentata dalla partecipazione a diverse iniziative nel campo della Giustizia Riparativa.

Nel campo della giustizia riparativa, negli ultimi anni Casa Rosetta si è resa protagonista di diverse importanti partecipazioni a iniziative territoriali. Nel gennaio 2020, grazie a un protocollo di intesa siglato con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Caltanissetta, ha contribuito alla realizzazione del progetto “L’ago e la fune”, nato con lo scopo di favorire la creazione di legami territoriali per un maggiore senso di sicurezza sociale e garantire la possibilità a chi ha infranto il “patto sociale”, di poterlo risanare attraverso un’azione riparativa rivolta alla comunità.
La collaborazione con l’UEPE è poi proseguita con il “Patto per la giustizia di comunità”, rivolto ai quartieri Provvidenza e San Giuseppe di Caltanissetta, territori più significativi e ad alto rischio di marginalità sociale della città, che hanno già beneficiato del progetto “L’ago e la fune”. Casa Rosetta ha prestato il proprio supporto attraverso la partecipazione di volontari, operatori, ospiti delle comunità terapeutiche, studenti del corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, in qualità di formatori, facilitatori, testimoni, futuri educatori.
Esperienze significative e costruttive, che hanno aperto le porte a nuovi scenari di collaborazione su più ampia scala, di recente condivise negli incontri tematici sulla giustizia riparativa organizzati dalla Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT). Da diversi anni la FICT si interroga sull’apertura di un nuovo scenario sulla giustizia penale, riflettendo sull’opportunità di creare strumenti in grado di coinvolgere la cittadinanza, in virtù del radicamento delle diverse sedi sul territorio nazionale. Il tavolo sulla giustizia riparativa, e coordinati dall’avv. Marco Cafiero, si propone di elaborare un programma formativo rivolto a tutti i centri aderenti alla FICT e interessati a ritagliare, all’interno delle proprie attività, uno spazio dedicato a questo ambito di intervento.
Ad oggi, sono tredici i centri che partecipano al tavolo, che si riunisce periodicamente per discutere intorno alle opportunità di una progettazione condivisa, basata su modelli già collaudati, come quello che Casa Rosetta, sotto la guida del presidente Giorgio De Cristoforo, ha portato avanti in questi anni (partecipando, tra l’altro, a un progetto nel quartiere Provvidenza), e che ha suscitato molto interesse da parte degli altri centri aderenti al gruppo di lavoro.
Il prossimo incontro è previsto per il giorno 22 settembre, con la presenza dott.ssa Rosanna Provenzano, dirigente dell’Ufficio dell’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Caltanissetta, invitata dalla FICT su proposta di Casa Rosetta. Sarà l’occasione per avviare un confronto costruttivo e alimentare lo scambio di buone prassi ed esperienze per la creazione di un protocollo condiviso e spendibile nelle diverse realtà territoriali.

di Giovanni Duminuco, cfr. Emmaus, testata giornalistica dell’Ass.ne “Casa Rosetta” di Caltanissetta