Guardo e ogni volta la meraviglia mi assale, riempiendo i miei occhi d’emozione.
Sono lì, davanti al tappeto azzurro, immenso mare sotto la coltre infinita che lo avvolge. E lo indora di rosa in fondo; e lo imbionda dall’altro estremo, lo tranquillizza al vento che mi ruba una lacrima.
Guardo … e oso più in là … dove le evanescenti montagne bronzate si accavallano per poi tuffarsi nel serafico cielo che, sereno, le accoglie, facendo da cornice al perfetto incontro tra passato e presente.
Guardo … respiro il mare, il vento, il cielo, il mio vecchio e bruno paese arroccato dietro l’ultimo sguardo che palpita al futuro incerto, ma ricco di ricordi e sogni, fluttuoso davanti a me, e anch’esso mi strappa una lacrima.
I pensieri pesano sul cuore quando il paradiso che cerco, vedo e tocco ogni giorno e scopro in ogni angolo del creato, è lacerato dall’intreccio anomalo delle nostre storie che non si dipanano, non riescono a liberarsi dal pregiudizio e dallo schiavismo verso forme di vita che non sono inventate, nemmeno vissute, ma solo rullate.
Quale vita cerchiamo di proteggere dall’egoismo? Quali vere gioie assaporare se gli occhi non sanno guardare e il cuore è roccaforte verso una spregiudicata diffidenza che, ad oltranza, valica il confine del Benedetto … dell’Armonia per specchiarsi nella fittizia immagine di sé.
Guardo … più giù … quando il mare si tinteggia di rosso e nel crespo si inarcano le poche vele prima dell’approdo … penso ai naufraghi e, improvvisamente, tutto si tinge del buio … della sofferenza, del disagio, del dolore … mentre il mare si copre d’argento!
Guardo … e respiro la speranza, tante farfalle che si adagiano sulle spalle di Uomini che “sanno fermarsi” quando le sentono arrivare.
Guardo … per avere la certezza che quel ramo di bouganville rosa, abbarbicato sopra il grigio muro della mia casa come un sogno bellissimo, sarà lì per sempre, rosa e semplice come è la vita.
Penso … e mi faccio rapire dagli evanescenti fiori rosa che, intanto, il libeccio ha strappato dal robusto ramo.
Si intrecciano e si posano a terra … impauriti forse? Ma vivi nel mulinello degli avvenimenti … e in essi vedo gli “Invisibili”, i “Senza Dimora”… sento il loro freddo e il loro caldo … avverto le loro anime …
Penso ai miei ragazzi e sento il loro dolore, la loro disperazione …
Niente non è comprensibile, tutto ha un senso … la vita ha senso perché disegnata da mani esperte, intinte di speranza; la stessa che sogno, davanti alla quale mi stupisco da sempre per i miei “Ultimi”.
E come la bouganville regala alla vita un nuovo fiore profumato e fresco, vorrei che noi, tutti,offrissimo a noi stessi e alla Vita la meraviglia dell’incontro positivo per donarsi vicendevolmente e gratuitamente.
Oso, lo so, nel mio sogno! Ma quando ritorno al cielo, scopro le stelle, le nostre orme … e anch’esse mi rubano l’ultima lacrima.