Oggi, durante l’assemblea dei presidenti dei Centri federati FICT, a Roma, è stato presentato il documento politico redatto a giugno di quest’anno che delinea, partendo dai riferimenti principali di Progetto Uomo della FICT, il senso dell’agire ed il “pensiero associativo” della Federazione per i prossimi anni. Un momento di confronto con la presenza del Viceministro al lavoro e politiche sociali, l’On.le Maria Teresa Bellucci, del senatore Maurizio Gasparri e del senatore Giuseppe Lumia.

“Abbiamo vissuto anni difficili, anni in cui siamo stati costretti più volte ad intervenire per far sentire la nostra voce e ribadire quelle che sono le nostre esigenze a più livelli. Abbiamo redatto documenti, organizzato conferenze, inviato comunicati stampa per divulgare la nostra posizione e per chiedere in particolar modo una riforma della normativa 309/90 che regolamenta il sistema dei servizi, ormai come abbiamo spesso ripetuto, anacronistica.” Afferma Luciano Squillaci, Presidente FICT
“Con soddisfazione abbiamo appreso dal Viceministro Maria Teresa Bellucci della ufficialità della delega alle politiche antidroga al sottosegretario Alfredo Mantovano, che conosciamo e stimiamo. E’ un segnale importante, dichiara Squillaci, che, a poco più di un mese dall’insediamento del Governo, sia stata assegnata una delega specifica alle dipendenze, così come ci sembra positivo il fatto che il Viceministro si sia già incontrata con il Sottosegretario per una integrazione socio sanitaria che oramai non può più attendere”
“Le nostre Comunità, continua il presidente FICT, dal nord al sud, stanno vivendo enormi difficoltà per fronteggiare il rincaro delle bollette del gas e della luce ed attendiamo con impazienza i decreti attuativi per le misure del decreto aiuti ter, specifiche per il terzo settore. Abbiamo bisogno di una Politica nazionale che costruisca una concreta interlocuzione con il nostro mondo che viene troppo spesso dimenticato, che una volta per tutte entri in connessione con quelle che sono le reali criticità presenti sui nostri territori.”
Conclude Squillaci: “E’ ormai imprescindibile mettere al vertice di tutti gli interessi l’Uomo e fare un ragionamento concreto sulla questione delle dipendenze e dei giovani senza cedere al facile compromesso della “normalizzazione” dell’uso di sostanze. Sappiamo che sempre più giovani approdano all’uso di crack che provoca danni irreversibili. Una dose si trova anche a 5 euro!
Ed, in questo, i servizi del privato sociale accreditato possono avere un ruolo culturale, sociale ed educativo determinante, un riferimento sul territorio che promuove salute.”

L’On.le Maria Teresa Bellucci, Viceministro al lavoro e politiche sociali afferma: “E’ ora di riformare il Testo unico delle sostanze stupefacenti, vecchio di 30 anni, per mettere al passo la normativa all’evoluzione del mondo delle dipendenze con la collaborazione di tutti gli operatori del settore pubblico e del privato sociale. Le politiche sociali sono state per troppo tempo “la cenerentola” delle politiche del lavoro. Certamente le cose da fare sono tante e, certamente, riformare la normativa 309/90 significa rimettere al centro la persona ed il sistema dei servizi che se ne prende cura, rendere effettiva la “pari dignità” dei servizi e rendere libere le persone di scegliere il proprio percorso di cura”. “La nomina a Viceministro, conclude, mi è stata assegnata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proprio per il mio storico impegno in questo senso anche accanto alle Comunità”.

Il senatore Maurizio Gasparri, intervenendo, dice: “Il nuovo governo dovrà impegnarsi a creare una strategia lungimirante sulle dipendenze. Le comunità terapeutiche pagano costi troppo alti e vanno sostenute con azioni mirate per alleggerirle di spese collegate alla crisi energetica con risposte immediate e concrete, dobbiamo “aiutare chi aiuta” per ridare un futuro alle persone. Fondamentale, infine, il ripristino del fondo nazionale per la lotta alla droga”

On.le Giuseppe Lumia, padre della legge 45/1999, afferma: “Occorre rivedere la normativa partendo da tre capisaldi che devono integrarsi fra loro senza prevalenze: educativo, terapeutico e farmacologico. La vera sfida è l’alta integrazione, su cui si debbono misurare insieme i Ser.D, le comunità terapeutiche e i servizi di prossimità.” “E’ ora, conclude, che nelle facoltà di medicina sia introdotta la specializzazione delle dipendenze”