Quanto potenziale sprecato nelle nostre scuole, nei nostri oratori, nelle nostre piazze…
Possibile che si debba morire a 18 anni di “alternanza”, per capire che stiamo sbagliando strada?
Eppure sarebbe sufficiente passare qualche ora nelle nostre comunità o uscire la sera con i nostri operatori in strada per comprendere la paurosa fragilità dei nostri ragazzi.
E poi leggiamo inebetiti le statistiche dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza: il 65% degli under 18 italiani fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, mentre 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa.
Se questi sono i nostri risultati di adulti educatori, evidentemente abbiamo sbagliato e stiamo continuando a sbagliare…
Abbiamo costruito un sistema “educativo” e scolastico studiato solo per rendere i ragazzi adatti al mondo degli adulti, salvo escludere già da piccolo chi non ci riesce.
Eppure i nostri ragazzi sono nati per cambiarlo il mondo, non per “starci dentro” come si può stare dentro un vestito logoro preso a prestito.
Sono nati per riscrivere le regole, soprattutto quelle stupide, non per accettarle senza discussioni.
Ma per tutto questo dobbiamo lasciarli sognare, che per le delusioni hanno tempo.
Facciamoli studiare ciò che è giusto, come è giusto, perché è giusto. Non perché si deve.
Facciamoli innamorare dei classici, delle scienze, del pensiero antico…
Accompagniamo la loro curiosità, che seguano le tracce della nostra Storia.
Raccontiamogli la Costituzione, facciamogli assaporare il senso più alto delle loro libertà, attraverso i volti e le parole di quei giovani che morendo le hanno scolpite nel cuore del nostro Paese.
Insegniamogli i diritti di tutti, ma proprio tutti, che così impareranno a lottare contro il “dovere” preteso dai potenti.
Facciamoli ricercare, incuriosire, meravigliare della bellezza intorno a loro.
Premiamo la loro spontaneità, i loro interessi, ascoltiamo i loro dubbi. Non misuriamo gli adulti che diventeranno dando un voto alla loro capacità di ricordare a memoria nozioni stantie. Proviamo ad invertire la logica degli adulti: non tutto va per forza “quantificato”, e men che meno il percorso di crescita di un ragazzo.
E lasciamo che si appassionino, perché la loro passione è il nostro futuro.
Ma soprattutto, per amor di Dio, lasciamoli sperare, perché la loro Speranza è il mondo di domani.
Luciano Squillaci, Presidente F.I.C.T.