“La Giornata mondiale contro l’AIDS , come dice Papa Francesco, è un’importante occasione per ricordare le tante persone affette da questo virus, per molte delle quali, in alcune zone del mondo, non è disponibile l’accesso alle cure essenziali. E’ importante rinnovare l’impegno scientifico per migliore la qualità di vita dei malati di AIDS e ritornare ad intensificare campagne di prevenzione e di informazione soprattutto tra i giovani” Dichiara Luciano Squillaci, Presidente FICT
“La pandemia e la diagnosi tardiva in questi ultimi due anni ha acuito il problema. Il Covid, da un lato, ha saturato i reparti di malattia infettiva, facendo passare in terzo ordine tutto il resto, dimenticando che anche l’HIV, se non curato tempestivamente, può richiedere il ricovero d’urgenza. Dall’altro, nel 2020, spiega Squillaci, l’80% dei casi di AIDS segnalati erano persone che hanno scoperto di essere sieropositive nei sei mesi precedenti la diagnosi di AIDS. Le persone con diagnosi tardiva o assente oltre ad andare incontro a patologie ancora più gravi, sono anche vettori di diffusione del virus. In Italia, si legge dai dati, le persone che non sanno di essere sieropositive sono tra i 13mila e i 15mila.”
“Oggi sappiamo grazie alle terapie e alla scienza che l’AIDS è una malattia cronica con la quale si può convivere, ma rimangono rischi che riguardano soprattutto la popolazione giovanile, fascia tra i 25-29 anni, causati oggi da un disinvestimento mediatico e informativo come era invece negli anni ’90. In alcuni Paesi, infatti, dove la prevenzione è pressoché assente i nuovi casi sono molto più rilevanti”
“La Federazione, continua Squillaci, ha diversi servizi, tramite i quali si prende cura dei malati di aids, offrendo un supporto non solo farmacologico ma anche psicologico, rieducativo e motivazionale per la tutela della dignità della persona, all’interno di un sistema di rete che vede il coinvolgimento delle realtà sanitarie locali”. “Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dei Centri FICT, spiega Squillaci, nel 2020, su 11 strutture circa il 61% degli ospiti ha contratto il virus per via endovenosa, tramite lo scambio di siringhe e circa il 39% per contatto sessuale.”
“Nei nostri servizi accogliamo anche molte persone provenienti da altri paesi. Dall’ultimo decreto immigrazione il permesso di soggiorno per motivi di cura, cui hanno diritto le persone malate di AIDS, non da più diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, con il risultato che gli interessati ricevono gratuitamente i farmaci specifici salvavita, ma non i farmaci “di accompagnamento” che servono a mitigare gli effetti collaterali o prevenire ulteriori complicazioni della malattia, con il risultato che vedono peggiorare costantemente le loro condizioni generali di salute”
“Non basta però prendersi cura di chi soffre e non basta parlare di AIDS solo nella giornata mondiale, conclude il Presidente FICT, serve informare le persone e fare in modo che tutti possano avere accesso alle cure in modo equo ed efficace come ribadisce il Santo Padre”
Info: Elisabetta Piccioni, Ufficio Stampa FICT, cell. 3392818398