“Progetto Uomo qui e ora

Viviamolo insieme.

“Qui insieme, come un uomo parte di un tutto,
con il suo contributo da offrire”.

Ogni individuo è e fa parte di un tutto.
E l’individualismo, ideologia e prassi,
fa sorridere, poiché ‘individua’ un qualcosa,
di così unico e unito in sé, che se lo dividi,
si spacca del tutto e cessa d’esistere.
Il motivo sta nel fatto di centrarsi sull’IO.
Se lo dividi muore, ghigliottina lo sa.
Ma se è unico è perché può essere confrontato
con altri, altrimenti non si potrebbe dire tale,
qualora si trovasse solo nel mondo.
Sarebbe lui mondo e il mondo non ci sarebbe.
La persona è situata nel mondo,
in un mondo di relazioni creative.
Di fatto l’universo tutto, non sarebbe tutto,
se manca anche un solo individuo,
ma l’individuo senza il mondo
si riduce a essere insignificante.”

——–

“Fatto sta che l’individuo è anche in sé stesso,
con parti distinte, quando non divise.
Come psichiatria spesso indica e sottolinea.
Filosofia e scienza, per come intese oggi,
s’arrovellarono all’infinito su questo.
La donna/uomo è sola materia,
no, sono materia e forma,
no, sono anima e corpo,
no, sono etica, virtù e malvagità,
no, sono pensiero chiaro e distinto,
ma no, sono sentimento e passione,
ma no, sono caos e probabilità,
no… non se ne sa niente, quindi…
Una gran bella/brutta storia!
E ora che famo?, dicono i romani d’oggi.
I Romani antichi dissero: “voi ragionate pure,
noi diamo delle regole e se non ci state,
vi dominiamo con il potere”.
Forse val la pena mettersi alla ricerca.
Perché – forse – si trova qualcosa.
Ognuno certo per sé, ma forse in tutti…”
Che cosa garantisce l’identità individuale
della persona umana, che sente e sperimenta
divisioni interne, con parti che vanno
per conto proprio? Ma è davvero così?
Il ritmo respiratorio va per conto proprio,
però pare non intralci la propria identità.
Idem per tutti i meccanismi neurali
che guidano le funzioni automatiche
e inconsapevoli, fuori intervento cosciente.
Si pensi anche alla sola digestione e assimilazione,
dopo che ci si è riforniti di cibo tramite bocca.
E che dire della classica distinzione:
corpo – anima – mente?
Oppure: agire (azione) –
sentire (emozioni) – pensare (pensieri)?
Che cosa tiene unito tutto questo?
Penso a tutta la triplicità che caratterizza
gli arti lunghi, come braccia e gambe.
Perfino le dita hanno tre parti.
Tre parti che costituiscono l’unità
di una funzione, altrimenti del tutto impossibile.
Forse la triplice struttura della realtà
nasconde il segreto dell’unità
di quest’essere parte di un tutto?”

———
In certi momenti d’estate, mentre cammini
su sentieri di mezza altezza e montagna
puoi imbatterti in un bel viperotto
che sta sulla strada o sotto il sasso
del muretto su cui ti sei appena seduto.
Appena lo vedi, fai un salto al quadrato,
con un urlo, anzi senza sparare l’urlo,
tanto prendi paura, viscerale per noi umani.
E se cerchi di reagire, il serpentello è sparito.
Solo che nella sera avanzata, quando
ti stendi in baita e stai chiudendo gli occhi,
senti un fruscio imprevisto.
E tu che pensi? Al viperotto incrociato
nel pomeriggio… e ti alzi di scatto a far verifiche.
Allarme vuoto, non c’è serpe, solo uno spiffero
della porta che ha smosso un pezzo di giornale.
Te la prendi col giornale, ovvio,
ma come mai quel pensiero ti ha fatto sbalzare
dal letto a cercare un nemico invisibile?
Che potere ha un pensiero a smovere
dal sonno gravante e occhi pesanti
su una realtà da nulla e inesistente?
Cosa si permette lo sfizio di stanare l’IO tuo
dal suo individualismo per metterlo
a contatto con una realtà che non c’è?
Il pensiero? Il corpo? L’inconscio?
La volontà? L’emozione? Il caso?
Certo è che poi ti è difficile dormire.

Gigetto De Bortoli

Conferenza ISBP 2021 International Society for Bonding Psychotherapy. 1-3 ottobre 2021 “TORNIAMO IN CONTATTO”