Alle forze politiche chiediamo di affrontare all’interno di un piano strategico lungimirante la questione delle dipendenze, rimettendo al centro la persona e i servizi che se ne occupano.
In questi anni di grande disagio e incertezza segnati dal covid, poi dalla guerra in Ucraina e ora dalla crisi energetica ed economica, le Comunità Terapeutiche, e più in generale l’intero sistema dei servizi pubblici e del privato accreditato, già in forte difficoltà, è messo a dura prova ed a rischio sopravvivenza.
I dati “ufficiali” della Relazione sulle droghe al Parlamento ci dicono che neanche la pandemia ha fermato lo spaccio e l’uso di droga non subendo cali, ma cambiando semplicemente i canali di vendita, aprendo la strada a nuovi mercati sempre più difficili da intercettare e contrastare. Da non sottovalutare ad esempio l’aumento preoccupante di psicofarmaci senza prescrizione medica in uso tra i giovani, così come l’alcol e le nuove sostanza psicotrope. Per non parlare delle dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo, che non solo non si è arrestato in pandemia, ma continua ad aumentare con numeri esponenziali.
In questo sintetico quadro, i numerosi servizi di cura e di recupero delle persone con dipendenze patologiche come le Comunità Terapeutiche (solo la FICT[1] ha 600 servizi dislocati su tutto il territorio nazionale), si trovano ad agire all’interno di un sistema normativo fermo a 40 anni fa, incapace di rispondere in modo adeguato alle esigenze di un fenomeno che è invece in costante evoluzione.
Abbiamo bisogno, pertanto, di una politica nazionale che ponga il sistema dei servizi al centro del dibattito politico, e con esso le persone che ne hanno bisogno, e non si limiti a sterili battaglie ideologiche sulla sostanza.
Abbiamo bisogno di un deciso passo in avanti sulla questione delle dipendenze e dei giovani e che sostenga, in ambito nazionale, una visione seria e di prospettiva, capace di parlare di futuro, che creda ancora nella possibilità riabilitativa, che investa sulla vita e sulla dignità delle persone, senza cedere al facile compromesso della “normalizzazione” delle dipendenze e dell’uso di sostanze.
Per questo la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche chiede ai leader e alle leader e ai candidati e alle candidate delle prossime elezioni di costruire un piano operativo sui servizi davvero condiviso e programmatico.
In tal senso sintetizziamo quelle che riteniamo essere le priorità:
1. La centralità della persona e la presa in carico globale. La costruzione di un modello che parta dalle persone e non dalle sostanze. La FICT afferma il valore irrinunciabile della dignità di ogni uomo e delle risorse di cui è portatore. Il modello di intervento che auspichiamo si fonda quindi sulla centralità della persona, intesa nella sua straordinaria unicità e capacità relazionale, e si pone l’obiettivo del recupero della massima autonomia ed indipendenza possibile.

2. Una riforma organica e condivisa della DPR 309/90
Ormai irrinunciabile, è la previsione di una normativa che tenga conto dell’intero mondo delle dipendenze, comprese quelle comportamentali “senza sostanza”. Come ormai è necessario sviluppare gli interventi all’interno di un reale sistema integrato, pubblico e privato, sanitario e sociale, capace di garantire non solo la pari dignità, ma anche e soprattutto l’effettiva esigibilità del diritto di scelta del cittadino utente.

3. Proprio nel rispetto della dignità di ogni persona, nel ribadire la ferma necessità di non criminalizzare in alcun modo l’uso di sostanze, auspichiamo il rifiuto di approcci tesi ad affermare la normalizzazione di tale pratica, una visione che ha già prodotto ingenti danni, soprattutto nella popolazione giovanile.

4. Chiediamo di costruire un modello dove la riduzione del danno, RDD, e la limitazione del rischio, LDR, non sia mai fine a sé stesso ma capace di offrire opportunità di cambiamento e proporre stili di vita alternativi all’uso di sostanze.

5.Definizione di linee guida nazionali, come ad esempio avvenuto recentemente per l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), che possano costituire base normativa di riferimento ed omogeneizzare gli interventi nelle diverse regioni. Esiste attualmente una situazione di fortissima eterogeneità tra i diversi territori nei modelli di intervento per le dipendenze patologiche in termini di governo clinico e politico e nei budget destinati.

6.Rilancio dell’attività di prevenzione e la re-istituzione del Fondo Nazionale per la lotta alla droga, introdotto dalla 45/99. Un fondo che è ormai divenuto elemento imprescindibile per garantire percorsi educativi e di promozione della salute strutturati e non interventi spot.

7. Provvedimenti urgenti tesi a contrastare la crisi energetica ed i danni patiti a seguito della pandemia. Il sistema dei servizi, ed in particolare i servizi gestiti dal privato accreditato, già provato da risorse sempre meno adeguate, si trovano oggi in enorme difficoltà economica a causa dell’aumento dei costi energetici e delle spese legate all’emergenza covid. E’ necessario con immediatezza un provvedimento ad hoc che consenta al sistema di superare il momento di crisi, scongiurando la chiusura di esperienze fondamentali per la vita di migliaia di cittadini fragili.

8. Messa a sistema di nuovi strumenti di intervento. A partire dall’esperienza maturata dai servizi pubblici e del privato accreditato auspichiamo una particolare attenzione all’individuazione di modelli di intervento diversi, fortemente individualizzati e tarati sui bisogni delle persone (interventi ambulatoriali, programmi residenziali e diurni brevi, ecc.)

Luciano Squillaci, Presidente FICT

Appello FICT ai candidati alle elezioni 25 settembre in pdf

[1] La (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) F.I.C.T. è presente da oltre 40 anni su tutto il territorio nazionale con una rete di Associazioni, Cooperative ed Enti di Solidarietà sociale, tutti Enti del Terzo Settore, con oltre 600 servizi dedicati non solo al settore delle dipendenze ma anche a molte altre emergenze, come il gioco d’azzardo, migranti e le nuove povertà, sull’analisi dei bisogni attuali del territorio, tramite un lavoro di studio, di ricerca e di sperimentazione soprattutto nella prevenzione e nel reinserimento sociale Vede una partecipazione giornaliera e residenziale di 5.860 tra giovani e adulti e di circa 3.752 familiari. Ogni giorno i Centri sono gestiti da 1.412 tra operatori ed educatori, con 2500 volontari. Oltre 13.000 persone frequentano quotidianamente i nostri Centri. È riconosciuta come Ente Morale senza scopo di lucro con decreto del Ministero dell’Interno del 26 novembre 1999. Collabora con la Federazione Europea delle Comunità terapeutiche (EFTC) e con quella Mondiale (WFTC).