Il saggio di Edda Ducci propone una rivisitazione del dialogare dalle accezioni più comuni fino ai significati profondi.

Autore Edda Ducci, Anicia editore, 2 Roma 1999, pp. 158.

Considerata attività comune e ordinaria, al dialogare viene attribuito l’aggettivo minore, a significare la sua natura di “materia prima” per l’incontro con l’altro, elemento primordiale per prevenire sofferenze e solitudine.

Attraverso una scrittura fluida, che tocca risonanze poetiche, la Ducci compie sul dialogare un’operazione da anatomopatologo con destrezza da chirurgo plastico e toni di alto rigore scientifico.

Ne scaturisce un susseguirsi a cascata di significati e declinazioni, scanditi dagli approdi cioè da punti di arrivo e di partenza, che vedono protagonisti l’uomo e il potere della relazione interpersonale.

Le conseguenze educative di questa dotta e poliedrica ricerca epistemologica si rivelano molteplici e intriganti, nell’attenzione costante dell’Autrice a non “rimpicciolire e immiserire l’educativo stesso”.

Chiamando a testimoniare anche voci autorevoli degli auctores, cioè pensatori e scrittori in genere che “hanno la capacità di cogliere l’umano e di comunicare”, la Ducci traccia un cammino di filosofia dell’educazione che completa progressivamente il profilo dell’uomo dialogico, cioè di un soggetto che smettendo i panni del persuasore, permette all’individuo di scoprirsi e apprezzarsi.

In definiva, questo saggio è un omaggio nonché un’enfasi della maieutica socratica e richiama, cogliendone le sfumature più intime e squisitamente pedagogiche, il “Mito della caverna” quale sfondo per ogni azione educativa che risponda al fine ultimo di avviare nella persona una ricerca di senso, attraverso un dialogare ricco di significati che vanno oltre l’immanente per approdare ai tesori racchiusi nell’interiorità dell’uomo e alle sue possibilità di trascendersi.

Saggio gradevole per la lettura, pur nella densità dei temi sviscerati, per cui al lettore attento non può sfuggire l’impressione di trovarsi di fronte ad un testo “nutriente” laddove si permette al contenuto di trovare eco dentro di sé, assimilandolo con dosata “ruminatio”.

Le citazioni, talvolta impegnative, e i rimandi bibliografici, inoltre, costituiscono un’opera nell’opera, che permette approfondimenti e stimola alla ricerca.

Saggio indispensabile per chi opera, a diverso titolo, in campo educativo: rammemora il sapore della conversazione, tanto lontana fortunatamente dall’odierno informare molto vicino al “gossip”, dove si riscopre il dialogare come strumento di conoscenza, che rimanda a un  tempo lontano, traspirante saggezza, trasportati nell’agorà ateniese a dialogare , appunto, con i grandi filosofi.