“Posso spaccare la testa a mio figlio?”.
– Se lo hai fatto, di per sé, puoi anche permetterti di disfarlo.
“Mi stai prendendo in giro?”.
– Nient’affatto! Principio di realtà. Sei padre, sì o no?
“Cosa intendi dire?”
– Accidenti, niente!, se non mi dici per quale motivo vuoi spaccare la testa a tuo figlio.
“Pesta fino al sangue suo fratello, quando non riesce a imporgli quello che vuole lui”.

– Ha per caso copiato da qualcuno, per comportarsi così?
“So che ama i video violenti. Ma non è che io sia uno stinco di santo”.
– Scusami, in che senso? Vuoi dire che anche tu alzi le mani?
“No, no. E’ che sono esasperato e aggressivo e pieno di rabbia, anche ossessivo, mi dice la moglie. Motivi di lavoro e di crisi… per cui scarico…”.
– Sulla moglie, magari.
“Be’ sì, ma non sempre… Quello che mi preoccupa è che anche mio figlio tende ad aggredire la mamma. Anche la mamma si è indurita con lui.
– Ma allora vuol proprio dire che tuo figlio sta un poco copiando…
“Non mi fraintenda, io voglio bene a mia moglie e ai miei figli, mi sacrifico su un lavoro duro e sempre più difficile, che adesso comincia a scarseggiare e ci sono i magazzini pieni di macchinari che restano invenduti…”.
– Il ‘fra-inteso’ è un pessimo frate. Non intendo accusarti di niente e meno che meno giudicarti. Voglio dire che dal niente non nasce niente e c’è di mezzo un modo di rapportarsi e di esprimere in famiglia che forse ha aumentato tensione e …velocità di reazione. È questa velocità di reazione che – se l’hai fatta anche tu – puoi disfare.
“Ah! Che posso fare?”.
– Non lo so, bisogna prendersi tempo, sedere e riflettere.
    * * *
Ecco, con queste battute del cavolo nasce una storia costruttiva e rilassante.
Ma occorre che due adulti si incontrino da adulti.
Serve che si dicano cose vere e davvero per come sono.
Urgente – è la cosa più urgente – che emerga qual è l’obiettivo per cui si parla e per qual fine si intende agire.
    * * *
“Quale obiettivo?” – mi dice questo padre pieno d’ansia e arrabbiato ormai fino alle midolla per mille e più motivi.
– L’amore responsabile. Viene al primo posto.
“Cosa vuol dire?”.
– Posso dirti che non conosco ancora i vostri problemi. Sento subito che hai bisogno di serenità, di rilassamento e di speranza. Ti chiedo scusa se ho espresso battute e umorismo, ma forse è la cosa prioritaria di cui tu – qui davanti, ora – hai bisogno. Tu hai tanta e tale energia dentro che puoi far fronte a tutto.
“Ma come?”
– Perché corri così in fretta? Perché vuoi la ricetta che non c’è?
“Non ne posso più!”
– Neanch’io, cavolacci! Ti sto dicendo che, con quell’energia dentro, puoi distruggere tutto o puoi ricostruire tutto.
“Ma come?”
– E ridagliela! Fermati. Respira. Calmati. Pensa. Sentiti. Guarda le scelte possibili. Decidi per qualcosa.
“Ti posso dire che ho fatto centomila pensate e ipotesi di intervento…”.
– Stop! Sei fuori strada. Tu dove sei? Stai così male che ora non puoi prendere nessuna decisione.
“E’ vero, sto maledettamente male”.
– Posso darti un abbraccio? Ne ho bisogno. Ne hai bisogno.
    * * *
Possibile che due adulti non possano incontrarsi in questa maniera libera e schietta?
Costa niente.

Gigetto De Bortoli