Con grande soddisfazione mi piace affermare che la Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, di cui faccio parte ormai da tempo immemore, sia sempre pronta a riconoscere i bisogni del territorio senza sventolare slogan o aderire a manifesti ideologici.
L’unica cosa che conta da sempre è l’attenzione all’essere umano, in tutte le sue declinazioni.
Il Progetto Uomo esprime valori che si riferiscono a qualunque soggetto in qualunque situazione si trovi. Se l’attenzione per molto tempo si è attestata sulla dipendenza da sostanze non significa che l’Uomo non possa essere portatore di altri disagi esistenziali che determinano la sua esclusione da contesti sociali
Ecco perché non dobbiamo parlare più di dipendente, di reo, abbandoniamo le etichette per intervenire solo sul disagio finanche quello che ha determinato la commissione di un reato e quello che ne consegue.
Ed allora la Federazione ancora una volta raccoglie la sfida della Giustizia Riparativa, ancor prima che il nuovo Ministro della Giustizia ne esalti il valore e la inserisca tra gli obiettivi del suo programma di governo.
La prevenzione del crimine passa anche attraverso un buon uso dello strumento Giustizia e quando parlo di strumento intendo dire che la vera finalità della stessa è il benessere collettivo
Avviamo una campagna di vaccinazione contro le fratture sociali, essa passa attraverso la lotta alle dipendenze e la cura delle persone affette da disturbi mentali per arrivare a coloro che vivono un disagio che li porta a delinquere.
Il Progetto Uomo impone la trasparenza comunicativa incoraggiando le persone a diventare artefici del proprio funzionamento relazionale in quanto portatrici di risorse e capaci di governare i propri livelli di benessere in interazione con il proprio ambiente di vita
Il benessere è quello stato di soddisfazione personale a cui le persone tendono attraverso variabili cognitive, comportamentali, sociali personali ed emotive.
In questo modo risponde alla richiesta sociale di sicurezza intesa come obiettivo prioritario di benessere e qualità della vita.
Il nuovo Ministro della Giustizia, Dr. Cartabia, è convinta che le condotte riparative rappresentino reali interventi di deflazione sostanziale e un’opportunità risocializzante, per cui incoraggia il paradigma riparativo perché un comportamento attivo introduce il benessere collettivo
La Federazione, che da tempo partecipa ai lavori del Forum del Terzo Settore sul tema legato alle persone private della libertà personale, condivide l’affermazione secondo la quale la soluzione giudiziale dei conflitti non sia esclusiva e si possano percorrere strade alternative ed integrate.
Prendendo le mosse dal lavoro dei Centri sulla “persona” e “sulla relazione” occorre creare una sensibilità degli operatori al tema della riparazione perché insita, fin dall’inizio, nel “progetto Uomo”. Il lavoro dei Centri della Federazione, nei confronti di soggetti che hanno agiti delittuosi/illegali, si basa sulla “consapevolezza” della “rottura del patto sociale”.
È opportuno un lavoro interno alle Comunità come riparazione del soggetto in trattamento ed apertura di sportelli di ascolto che mettano le persone in condizione riconoscere nell’altro la persona che rappresenta attraverso l’ascolto, la responsabilità per conseguire un’autoefficacia personale e collettiva coniugando il valore di legame.
È necessaria una rivisitazione dei criteri di convivenza sociale per la qualità della vita. In questa modalità viene incluso l’ambito penale in modo da fornire non sono una risposta alla richiesta di giustizia ma alla rigenerazione delle risposte mancate per il danno alle vittime ed alla collettività.
I Centri della Federazione sono pronti ad affermare l’inclusione dei soggetti svantaggiati a seguito dell’impatto con il mondo della dipendenza o altre marginalità attraverso la cura e la responsabilizzazione. Rappresentano l’agenzia per la rigenerazione delle fratture sociali.
Ancora una volta si tratta di raccogliere una sfida impegnativa che non ci fa paura!

Avv. Marco Cafiero Consulente FICT