È una notizia che non avremmo mai voluto dare. Una di quelle cose per le quali puoi trovare un senso solo nell’amore misericordioso del Padre.
Abbiamo atteso, d’accordo con il CEIS di Treviso, per consentire che questa drammatica notizia fosse prima correttamente veicolata da chi gli è stato più vicino, ma ora purtroppo dobbiamo affrontare il dolore.
Nel giorno di Pasqua, proprio quando il Signore della vita ha sconfitto la morte, è venuto a mancare, improvvisamente il nostro caro fratello Daniele Corbetta.
Attualmente Daniele era Direttore del Ceis di Treviso, dopo esserne stato il Presidente e dopo essere stato, per dieci anni, Consigliere della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.
Daniele se ne andato in silenzio, per un malore improvviso. Lo stesso silenzio cortese e signorile che lo ha contraddistinto per tutta la vita.
Ma se n’è andato troppo presto, e questo lascia dentro ognuno di noi un vuoto enorme, così come lo lascia nel suo Centro di Treviso, che ha sempre amato, e nella nostra Federazione che ha servito per oltre 10 anni e nella quale ancora credeva con immutata e cocciuta determinazione.
Ed è proprio per questo, perché è andato via così presto, che è difficile oggi dirgli addio.
Daniele è stato compagno di viaggio per molti, ed ha attraversato i sentieri di tanti, appassionato dell’uomo e delle sue fragilità, dedicando la sua vita a “dare cuore” a “dare presenza” in tante forme e con le sue modalità.
E lo faceva senza squilli, senza protagonismo, con la sua delicata discrezione e quella dolce umanità che lo rendeva unico.
Daniele era un mite, e, nel chiasso scomposto del nostro mondo, si distingueva per la sua capacità di relazioni vere. Era davvero difficile non volergli bene…
Ora però è andato via…senza darci la possibilità di salutarlo e ringraziarlo per ciò che ha fatto, ma soprattutto per ciò che è stato.
E’ per questo che affido a queste poche righe il mio personale “Grazie”, e quello di tutta la Federazione, ad un uomo che ha testimoniato il primato dell’essere su ogni apparire.

Grazie Daniele per la tua vicinanza, per il tuo lavoro, per la tua delicatezza e signorilità, per la tua capacità di provare sentimenti profondi che ti hanno dato il talento di entrare in modo silente nei cuori degli altri, per coglierne le vulnerabilità, per esserne prossimo con disponibilità.

Tu hai visto e sentito il dolore, tu hai visto e sentito le difficoltà, le fragilità dei tanti ragazzi che hai incontrato nel tuo viaggio terreno e hai guardato negli occhi la disperazione.

Sei stato un missionario, un combattente elegante, un compagno di anime.
Ma soprattutto sei stato un viaggiatore. Un viaggiatore con l’animo del viandante, capace di apprezzare il viaggio per quello che è, senza l’ansia del traguardo.

Ed è significativo che per questo viaggio, il più importante, hai scelto proprio il giorno di Pasqua.
Pasqua, in ebraico, significa “passare oltre”, e per questo viaggio forse hai scelto davvero di andare oltre.
Oltre questo mondo, che per un cuore grande come il tuo appariva troppo stretto, oltre l’indifferenza e la solitudine, che troppo spesso ti sono state compagne e che per la tua sensibilità erano limiti e steccati ed oltre questa società, che i tuoi valori, puri e delicati, purtroppo non riuscivano più a comprendere.
E cosi questo viaggio ti ha portato oltre la tua stessa vita, tra le braccia di quel Signore che hai sempre amato e che mai ti ha lasciato solo.
Ci mancherai, Daniele, molto più di quanto avresti pensato, molto più quanto noi stessi oggi pensiamo.
Buon sentiero allora, nella luce dell’amore più grande, quello incondizionato del Padre.

Luciano Squillaci
Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche