Il 5 Novembre 2015, si è svolto il Convegno della FICT sulla prevenzione, a Roma, che ha coinvolto le maggiori Reti sul territorio che lavorano nel settore delle dipendenze e del disagio, la FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche) sente l’esigenza “ancora una volta” di richiamare l’attenzione del mondo dell’informazione e della politica su questa tematica.

Convegno FICT sulla prevenzione

Ci preme sottolineare l’importanza e la centralità del momento educativo inteso come ben-essere della persona: la diagnosi precoce, il riconoscimento tempestivo dei sintomi, l’anticipo dell’accesso ai Servizi rappresentano sicuramente importanti obiettivi preventivi. Partendo da un’analisi degli interventi dei Centri della Rete FICT sul territorio, è emersa un’esperienza di buone prassi consolidata su alcuni ambiti, in particolare: la scuola, lo sport, progetti con e per le famiglie e i ragazzi sul territorio. Dai Dati raccolti su 17 Centri di Solidarietà federati alla FICT, dal gennaio 2010 all’agosto del 2015, si sono attuati circa 174 progetti/servizi di prevenzione, con fondi provenienti dalle Regioni, Asl, Comuni e province; i principali destinatari sono stati la scuola, i docenti, i genitori; le figure professionali coinvolte: educatori, psicologi e il volontariato.

La tavola rotonda tra le Reti FICT, CNCA, Gruppo Abele, Exodus, ha rappresentato un momento di “ripresa” e di riflessione sulla prevenzione. Le politiche territoriali, infatti, hanno sostanzialmente abbandonato la prevenzione, settore fondamentale per il contrasto alle dipendenze, per mancanza di risorse economiche dedicate. La prevenzione, dal 2000 in avanti, risulta infatti essere “la cenerentola” nelle attuali politiche sociali, penalizzata a causa delle trasformazioni normative

Sono emerse una serie di argomentazioni comuni da porre all’attenzione delle istituzioni:

– Attivare una politica di sostegno alle famiglie in difficoltà e in generale fornire strumenti di ascolto e di accompagnamento, allo scopo di prevenire comportamenti a rischio. Concentrarsi, soprattutto, sulla formazione delle figure genitoriali, istituendo luoghi per la formazione permanente dei docenti delle scuole sulle competenze comunicative relazionali

– Porre attenzione al tema dei docenti comandati, unico presidio territoriale organizzato per “interventi ponte” tra le scuole e le comunità terapeutiche sui temi della prevenzione.

– Creare una “regia” che coinvolga le reti nazionali, che in questi anni si sono impegnate in una sinergia efficace, e che coordini lo sviluppo degli interventi preventivi. Rinforzare, inoltre, il Dipartimento Nazionale, in linea con gli altri maggiori Paesi europei, per dotarsi di un organismo di coordinamento, indirizzo e governo del settore, indispensabile per condurre ad una unità politica coerente e incisiva. Si ricordi che nel settore delle dipendenze  non abbiamo ancora un punto di riferimento con una delega politica specifica

– Costituire un Tavolo/Osservatorio Nazionale sulla Droga e sulla prevenzione che abbia come obiettivo la raccolta, l’elaborazione, l’analisi, la valutazione e la verifica con la restituzione delle informazioni sul fenomeno. Pertanto, è indispensabile che anche le Regioni a loro volta attivino presso i propri Uffici per le dipendenze o in stretto collegamento con essi un analogo Osservatorio Regionale, che operi in stretto coordinamento con l’Osservatorio Nazionale

– Ripristinare il fondo Nazionale lotta alla droga, un fondo separato, proprio per le dipendenze, dedicando lo 0,5% delle risorse a progetti di prevenzione, sapendo che, come dicono diverse ricerche americane, investire un dollaro nella prevenzione  aiuta a risparmiare almeno tre dollari  in interventi di carattere riparativo