Sabato 10 di ritorno da Roma, salì sul Frecciarossa a Firenze una giovane coppia, diretta a Venezia. Spingeva avanti sul corridoio una splendida bimba, vivacissima, presente e sorridente a tutti coloro che la guardavano. Da sola, in arrampicata, salì sul sedile affacciato al mio, oltre il corridoio. Le dissi “sei bellissima”. Mi guardò dritta negli occhi, ridente, e rispose “grazie”. Sempre “grazie”, immediato, a tutti coloro che la guardavano e facevano complimenti.
Non parlava bene ancora, però loquace. Chiare poche parole, tanto che papà e mamma tiravano a indovinare quanto dicesse. Sospendeva il borbottio, chiunque passasse, e con sorriso lo guardava dritta negli occhi. Contatto diretto, libero e pieno. Immediato lo scambio e “sei splendida”, quindi “grazie” in risposta.
Impossibile non sorridere, a lei, ai genitori, e tra le persone che, vedendola e ricevendo il “grazie”, si sorridevano l’un l’altra. Il volto ridente della bimba, aperto e fiducioso con tutti, cambiava il volto di chi la guardava. Amava il solletico, fatto dai genitori, che così se la tenevano accanto, mossa di continuo ad andar via per curiosità. E sorrideva rumorosa. Non un capriccio e non una lacrima, salvo un piccolo singhiozzo quando sbatté distratta la guancia contro il poggiolo della poltrona. Ma subito il sorriso.
Con il suo “grazie” e la sua libertà, il tocco magico del suo sorriso, unica bimba in carrozza, cambiava in un istante i volti tesi, dando umore e leggerezza a tutti quegli ospiti provvisori del viaggio.

Solo Dio sa quanto c’è bisogno di umore, leggerezza e sorriso per il viaggio di questi ultimi giorni di fine anno, che intendono incontrare i primi del prossimo viaggio. Un anno incominciato male e terminato con incubi. Da riaprire col nuovo su basi di speranza, pazienza e resistenza, propositi attivi e positivi.
Il Gruppo del Ceis compirà il 6 maggio 40 anni di vita. Intende celebrarli con lo spirito della bimba incrociata sul treno, consapevole che il gioco da riprendere è identico a quello degli inizi. Prove, difficoltà, ostacoli stanno là davanti. Sono il segno della vita, sono vita. Da accogliere col sorriso.
Per affrontarla come nuova vita, rigenerata e capace di produrre libertà, abbiamo bisogno della presenza e collaborazione di tutti. Che il nostro cuore sia nudo al bisogno di sorriso, alla voglia di abbraccio, al pane dell’appartenenza, a tutto quanto rende tenera e forte la vita.
Soprattutto libera, perché i bambini, ragazzi e giovani sono sempre meno di numero e meno liberi. Bambini e ragazzi, che sono da sempre la speranza del mondo, attendono il nostro contributo. Che non è un cellulare, ma il sorriso di quel bimbo/bimba piccoli presenti nel nostro cuore. Lo stesso del Bimbo Nudo, nato in viaggio, deposto nell’incavo della biava, a Betlemme. Quando cresciuto, si chinò su esclusi e moribondi, lebbrosi e derelitti, infrangendo le leggi di violenza e costrizione, nulla pretese per sé e morì in croce Nudo come nato, in faccia a sua Madre.
E il Terzo Giorno ridiede alla vita il Sorriso Eterno e Risorto che rinnova il mondo.

Don Gigetto De Bortoli, Presidente CeIS di Belluno