“Ennesima triste dimostrazione che non vogliamo giovani in grado di pensare con la propria testa ed agire di conseguenza. Noi vogliamo solo rassicuranti “cloni”, in tutto simili a noi. Ci lamentiamo quotidianamente del totale disimpegno dei nostri ragazzi, ritenendoli quasi delle sottospecie di amebe che si trascinano tra un cocktail e la PlayStation, senza un briciolo di interesse per ciò che li circonda. Ovviamente mentre da un lato non perdiamo occasione per lamentarci, dall’altro abbiamo completamente smesso di investire sui giovani, riducendo le opportunità di crescita, svuotando di significati educativi la scuola, sottopagando, ma soprattutto sottostimando, educatori e maestri, eliminando gli spazi aggregativi, negando loro relazioni e speranza…poi succedono i fatti di Pisa, e ci rendiamo conto che alla fine costruire “cloni” non è così semplice.
Ci accorgiamo che questa “giovane marmaglia” non è preoccupata solo da influencer, like e tiktoker, ma che, incredibile, ha un proprio pensiero di senso compiuto. E purtroppo questo pensiero non coincide con il nostro. Ed allora l’unica risposta che conosciamo è quella che nella storia del mondo hanno sempre dato tutti gli “ancien régime”: la repressione. E poco importa se quei ragazzi sono i nostri figli, i bambini vezzeggiati ed iperprotetti che abbiamo provato a plasmare faticosamente a nostra immagine e somiglianza. Perché la verità è che quei ragazzi ci fanno paura, ed alla paura rispondiamo come sappiamo, da vigliacchi.
Credevamo di aver cresciuto tanti obbedienti soldatini, ci ritroviamo in casa novelli Icaro pronti a sfidare il cielo, anche solo con le ali di cera di cui la nostra stanca civiltà li ha forniti.
E Pisa, piaccia o non piaccia ai benpensanti, rimane una buona notizia. Perché nonostante i nostri sforzi non siamo ancora riusciti a reprimere la voglia di volare dei nostri giovani. Perché è certo che esisterà un domani solo finché questi ragazzi avranno ancora il coraggio di sognare.”
Luciano Squillaci, Presidente FICT