A fronte della continua evoluzione dello scenario di dipendenze patologiche nella società, le risposte – di trattamento, di prevenzione – devono essere continuamente aggiornate. È un percorso che Casa Rosetta segue da sempre nelle sue tre comunità terapeutiche e nelle altre strutture che realizzano la missione dell’Associazione di sostegno e attenzione alle fragilità e alle marginalità, ponendo in primo piano la centralità e l’integralità della persona.
Cardine del programma Terra Promessa, applicato nelle comunità terapeutiche Villa Ascione, L’Oasi, La Ginestra, è la riprogettazione dell’esistenza e dello stile di vita dei residenti verso l’astinenza da sostanze illegali, l’eliminazione dell’attività antisociale, lo sviluppo della possibilità di trovare lavoro e atteggiamenti e valori a favore della società. In comunità si tende a creare le condizioni per aiutare le persone che vi accedono a sviluppare le motivazioni di recupero, a vivere il percorso di riabilitazione, a chiarirsi la necessità e i perché del cambiamento ad accettare le condizioni per progredire nel trovare stimoli per dare continuità alla scelta di riprogettarsi. Fin dalla prima fase della permanenza in comunità si favorisce e si incoraggia l’espressione dei sentimenti, ponendo attenzione sul comportamento e sulla capacità di confrontare sé stessi e gli altri. E vengono fatti emergere i sentimenti repressi nel passato, e il dolore che essi provocano, e si avvia un processo di riconciliazione e di perdono (dimensione spirituale) che è fondamentale al processo di riabilitazione dei residenti in Comunità.

Un importante ausilio in questi processi può venire dall’applicazione della psicomotricità che è il “mezzo” per far emergere e contattare quanto serve (emozioni, pensieri, azioni) per confezionare esperienze utili alla crescita, utili al miglioramento delle capacità di stare al mondo e di starci bene, bene con sé stessi, bene con gli altri.
Questo volumetto dal titolo “Risvegliare il corpo per ritrovare il sé” illustra e analizza l’applicazione e i risultati di un periodo di tempo abbastanza significativo di applicazione della psicomotricità come integrazione del programma terapeutico nella comunità Villa Ascione di Casa Rosetta. E’ stato un intervento organico, che proseguirà, e che qui ha trovato un contesto “naturale”, con professionalità già operanti in Associazione, ma in altre strutture, e con una storia di formazione e di esperienze professionali in Casa Rosetta è stata antesignana, studiando psicomotricità e formando psicomotricisti per i centri di riabilitazione quando – alcuni decenni fa – questa disciplina in Italia era ancora una sorta di oggetto misterioso e non aveva ancora neppure un riconoscimento giuridico.
Inserito in un contesto terapeutico estremamente accogliente, caldo, in cui la persona ha già sperimentato il sostegno dal terapeuta e dal gruppo, questo strumento si è rivelato molto utile: ha permesso di arricchire l’intervento terapeutico con una visione sistemica delle dinamiche del gruppo e dei singoli utenti, in relazione tra loro. Lavorando con gli strumenti della corporeità, della fisicità, del contatto fisico, del tatto si è data voce ad aspetti inconsapevoli o vietati della vita dei singoli.
Nella relazione tra pensiero, sentimenti, movimento, il corpo comunica – in modo non verbale – anche ciò che è dentro, affondato nell’intimo. La psicomotricità valorizza la totalità della persona, aiuta a sviluppare consapevolezza di sé e delle emozioni legate alla dipendenza, favorisce la costruzione di una routine quotidiana strutturata e sana e l’elaborazione di nuove strategie per viverle più serenamente.
Il gruppo di psicomotricità non è mai stato un momento isolato all’interno del processo terapeutico, ma ne ha costituito parte integrante, è stato oggetto di frequente confronto negli altri gruppi della comunità, e ha favorito un buon clima relazionale, che è presupposto indispensabile per un buon lavoro terapeutico.
Certo, neppure la psicomotricità è taumaturgica e nessun terapeuta compie miracoli. Ma i risultati di questa innovazione sperimentale sono apparsi incoraggianti, e hanno anche suggerito la pubblicazione di questo volumetto in cui l’esperienza fatta finora è illustrata e commentata dai professionisti che l’hanno ideata, progettata, realizzata, tutti interni di Casa Rosetta e ai quali va un forte apprezzamento per l’impegno, la qualità, il senso di responsabilità.
Certo, tutto è migliorabile, e l’impegno di Casa Rosetta è rivolto ancora all’approfondimento e al perfezionamento nel costante riferimento alla missione statutaria dell’Associazione: attenzione e sostegno alle fragilità, mettendo la persona e la sua integralità al centro di un’azione qualificata da condivisione di valori fondamentali e da formazione continua. Il progetto sperimentale qui illustrato continuerà e ci auguriamo che possa produrre ulteriori sviluppi, approfondimenti, ampliamenti.

di Giorgio De Cristoforo – Presidente Associazione Casa Rosetta