Questo è tempo di riflessione e meditazione. L’esser costretti a stare a casa è una grossa opportunità, per tutelare noi e gli altri, per sentirci solidali, per ritrovarci in noi stessi. Possiamo riscoprire quel dialogo interiore, tralasciato per la fretta di tutti i giorni.
Possiamo dare maggior spazio al conversare, nei tanti modi che abbiamo oggi a disposizione.
Possiamo dar spazio al riflettere, considerare, sognare, con il leggere, ascoltare musica, immergerci in documentari, scrivere, meditare.
Possiamo sentirci tutti cittadini di questa splendida, comune terra: sentirci parte di quel tutto, che chiamiamo mondo. Dalla consapevolezza dell’essere profondamente legati gli uni gli altri, possiamo comprendere il nostro essere tutti collegati in tanti ecosistemi, che costituiscono la nostra biosfera, nell’aria che tutti respiriamo per poter vivere.
E’ quando ci manca qualcosa, che possiamo riscoprirne il valore. E’ quando ci sembra di essere in prigione, che si riscoprono le libertà della mente e del cuore.
Accettare regole comuni ci sta facendo sentire cittadini del mondo, condividenti e compartecipi, tutti corresponsabili del nostro destino. Renderci conto del bene primario della vita, ci sta facendo riscoprire ciò che è davvero essenziale. Essere privati del poter ritrovarci, sorriderci, abbracciarci, ci sta facendo riscoprire il senso e il valore dell’umanità e della fratellanza. Ritrovarci al chiuso ci sta facendo riscoprire la bellezza della natura e del poterne godere visioni e sensazioni.
Stiamo scoprendo il senso di un’ecologia profonda, quella che ci salverà dalla catastrofe planetaria.
Dalla contemplazione della bellezza deriverà l’azione della salvezza dell’umanità tutta.
Sentirci accomunati da un comune anelito, quello del vivere, ci sta facendo comprendere il senso di una morale utilitaria – fatta di consapevolezza e cooperazione – che sia a vantaggio di tutte le popolazioni, pur nella diversità di contesti e culture.
Da ciò la nuova prospettiva ecologica per tutta l’umanità e la ridefinizione dello stesso concetto di crescita e progresso. Il progresso richiede una conversione ecologica, che a sua volta deve passare per una conversione comunitaria. E’ necessaria la formazione di una coscienza collettiva, che sappia farsi coscienza planetaria. Le conquiste della libertà devono potersi armonizzare con il principio della responsabilità, come i diritti devono rispecchiarsi nei doveri.
Stiamo delineando una nuova civiltà della cooperazione, basata sull’empatia e edificata sulla collaborazione. Da qui il grande compito delle tre grandi armonizzazioni, cui la nostra civiltà è chiamata: quella fra individuo e collettività, quella fra tradizione e innovazione e quella fra natura e cultura.
Questa la grande funzione di una nuova autorevole leadership mondiale, che sia capace di coniugare l’oggi con la visione del futuro, fatto di economia ed ecologia, formazione e prevenzione, dialogo e regole, consapevolmente ed eticamente condivise.

Gaetano Mollo
Docente IPU, Già Ordinario di Filosofia dell’educazione – Università di Perugia