Ho chiesto a Peppe, “anziano” della comunità, di raccogliere i pensieri, le intenzioni dei suoi compagni per far si che diventino un messaggio d’incoraggiamento a tutti i ragazzi di tutte le comunità che insieme, nello stesso percorso, affrontano quest’emergenza. Anna Borghi

“In un momento cosi particolare della nostra vita, tutti noi siamo chiamati ad atti di amore e responsabilità maggiori, anche se con una difficoltà emotiva che non ha precedenti. Ci troviamo a dover affrontare molti problemi, per una volta non causati dai nostri comportamenti, ma che fanno parte del nostro presente e anche del nostro immediato futuro. Oggi mi sento di dover limitare la mia libertà e utilizzare l’egoismo, che troppo mi è appartenuto, cambiandone lo scopo per puntare ad un guadagno che è, sì personale, ma alla fine sarà di vantaggio a molti. Affronto difficoltà e un dolore che ha un sapore nuovo, diverso, che a tratti non conosco o non riconosco, quello che accade non ha precedenti ma, IO RESTO IN COMUNITA’.
IO RESTO IN COMUNITA’, lontano dalla mia famiglia e dai miei affetti e non tocco con mano i dubbi né le richieste e le difficoltà dei miei figli.
Oggi qui non possiamo essere d’aiuto in modo pratico, ma ciò non ci impedisce di sentirci utili anche nella lontananza. Ci accontentiamo di sentirci e di vederci attraverso un cellulare.
IO RESTO IN COMUNITA’ anzi io utente, tu operatore RESTIAMO IN COMUNITA’ con un obiettivo comune che è proteggere la nostra vita e riconoscerne il senso. Quel senso della vita che tu stesso mi hai trasmesso e che, quando l’ho smarrito, mi hai aiutato a ritrovare.
IO RESTO IN COMUNITA’ nonostante fuori da quella porta, che non è solo l’entrata e uscita dalla comunità, c’è confusione, paura, incertezza.
Io resto qui e non è un piccolo gesto per me, ma è una presa di coscienza che richiede un’assunzione di grande responsabilità.
Noi oggi restiamo in comunità insieme, rinunciando ai nostri bisogni per amore dell’altro e dei nostri cari, perché stiamo imparando a preservare noi stessi.” Peppe

“Loro stanno imparando cosa significa “qui ed ora”, cosa significa “responsabilità”, cosa significa “guardarsi allo specchio e riconoscersi uomini” senza piagnistei e pietismi, imparando ad affrancarsi dalla posizione di vittimismo. Noi operatori chiediamo loro poche cose: accontentarsi, condividere le difficoltà, cercare le risorse per far sì che il “loro stare insieme” abbia un senso. Chiediamo poco, perché questo è solo il vivere di tutti giorni e loro stanno scoprendo, attraverso l’esperienza, quanto siano importanti e quanto siano lontani i loro giochi, così pericolosi, che li hanno portati a non credere nel valore della vita. Chiediamo loro di guardare dalla finestra il deserto e il silenzio che ci circondano, che oggi altro non sono che la realtà, ognuno di noi combatte la sua battaglia con le proprie capacità e i propri strumenti.
Chiediamo loro di guardarsi gli uni con gli altri, di riconoscersi gruppo, di unire le proprie capacità per andare avanti anche con un sorriso, anche “solo per oggi”.”
Anna Borghi, Presidente dell’Associazione “Centro Le Ali” di Caserta e Direttivo F.I.C.T.